Perché ho scritto "Le scimmie del tenente Nolde"?
Perché ho scritto Le scimmie del tenente Nolde?
Una gentile fanciulla, di cui non farò il nome per motivi legati alla privacy, ma ne riporterò solo le iniziali: A.V., mi ha inviato una e-mail chiedendomi perché ho scritto Le scimmie del tenente Nolde. Di primo acchito mi è venuto di risponderle: "E io che cazzo ne so?!", poi, ripensandoci, ho deciso per una risposta più pacata ed esaustiva... in primo luogo perché avevo voglia di pubblicare qualcosa; infatti sono passati più di sei mesi dal mio ultimo libro Tre racconti secsi, e sono ancora molto indietro con Don Felix, che mi sta impegnando da oltre due anni: la prima bozza e già arrivata a oltre 450 pagine e non sono nemmeno a metà. Pertanto, mi sono detto di dare alle stampe qualcosa di più snello, di più agevole: un libello di 140 pagine che si leggono d'un fiato. Scritto in meno di due mesi; due altri mesi per la revisione e, nota dolente!, almeno un mese per trovare una cazzo di copertina che non facesse proprio schifo. Per la cronaca: quel buffo pupazzetto stilizzato nei panni di un ufficiale in servizio di picchetto sono io, io in tutto il mio splendore in prima di copertina; la scimmia no, è un'amica. In questo testo troverete una nota dell'autore, che sono sempre io, la quale dice: "Ho scelto di scrivere questo romanzo in prima persona ma ciò non implica che vi sia corrispondenza tra i fatti di seguito riportati e le mie personali esperienze contemporanee o passate, pertanto tengo a precisare che tutti i personaggi presenti nella narrazione, i loro nomi, i ruoli, le loro caratteristiche fisiche e morali, soprattutto quelle che con la moralità hanno poco a che spartire, sono stati a me suggeriti dalla fantasia, e che eventuali coincidenze si debbano attribuire soltanto alla più pura casualità. È anche vero che in un tempo molto remoto ho prestato servizio per il bene e la gloria della Patria in qualità di ufficiale di complemento e che qualche spunto narrativo, la descrizione di un luogo, di un volto, io l'abbia estratto in maniera inconscia dai ricordi di quel periodo, ma del resto, mica potevo inventarmi tutto di sana pianta! Riguardo ai pochi luoghi menzionati dove si svolge l'azione ho preferito rifarmi a località esistenti per meglio circoscrivere l'ambito territoriale e dare una parvenza di veridicità alla storia, ma in alcuni di essi confesso di non esservi mai stato, e per altri ancora la scelta è stata dettata da un dito indice puntato a caso su una cartina geografica". Questo è quello che ho scritto; sono cazzate?! Ci potete credere oppure no, non è affar mio, come non è più nemmeno un mio problema che cosa vogliate fare di questo libro, acquistarlo o ignorarlo, farne carta da cesso, o usarlo per accendere il caminetto (esclusa la versione e-book). Non risponderò in pubblico a domande del tipo: "Ma è successo veramente quell'episodio?"... Quel personaggio è reale oppure inventato?... È possibile che il protagonista, il tenente Nolde, sia per davvero una così grande testa di cazzo?", e via dicendo. In privato forse vi potrò far scivolare qualche sibillina risposta, sussurrata a denti stretti, avvalendomi, però, della facoltà di rimangiarmi tutto dieci minuti più tardi, e di trincerarmi dietro all'oramai ben nota diceria, anche se supportata da fatti concreti, vox populi, vox Dei, che mi vede come soggetto incapace di intendere e di volere. Buona lettura! Marcus L. Nolde