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Enzo Tàldeitali - I personaggi di Nolde - Babele N.12

Foto-Ispirazioni: The time traveller, photographer Brian Day


Giunse in paese. Volse lo sguardo intorno. Da principio gli apparvero poche case dai muri sbiaditi e dagli intonaci sbeccati, un abitato di grande tristezza, non un negozio, un'officina, solo povere e malandate abitazioni. Si chiese come vivessero da quelle parti, che cosa facessero il sabato sera per divertirsi, di che campassero. L'uomo del capannone gli aveva detto che in passato metà paese lavorava per lui, ma l'azienda era oramai chiusa, e da un momento all'altro sarebbe saltata per aria. Enzo si era dimenticato di chiedergli se sarebbe stato un unico e devastante botto oppure piccole esplosioni in sequenza. Si augurò che non si decidesse a farlo quella notte, meglio ancora se avesse rinunciato del tutto al suo proposito! In fondo, l'aveva trovato simpatico, con quello strano basco rosso in testa. Passò sotto un arco e giunse in una via più larga rispetto alle altre. Pensò fosse la strada principale, quella che tagliava in due il paese. Dovette ricredersi, non era come gli era parso in un primo tempo, un posto sperso in mezzo al nulla, due cascine, quattro vacche e la montagnola di letame in centro al cortile. Alcuni edifici erano anche di tre piani, e considerò che per un borgo rurale fosse una ragguardevole altezza. Continuava, però, a non vedere negozi, o almeno nulla che si potesse chiamare tale, solo malconce abitazioni. L'impianto d'illuminazione lasciava a desiderare. Lampioni di altezza spropositata emanavano pallidi barlumi che a stento raggiungevano il marciapiede. Proseguendo, giunse in un tratto dove la luce era più intensa. Il chiarore si allungava sulla strada, attraverso una ampia vetrina. Alzò gli occhi. Da un ferro conficcato nel muro, pendeva un'insegna al neon, la lesse. Vi era scritto "BAR", solo bar, nessun nome di fantasia. Era probabile che il gestore del locale di fantasia non dovesse averne fuor di misura, ma Enzo pensò che avrebbe potuto sforzarsi, e trovare un nome più accattivante, che rimanesse impresso nella memoria degli avventori e richiamasse altra clientela; ma poteva anche essere che fosse l'unico esercizio pubblico del paese e che simili artifici non si rendessero necessari o, addirittura, fossero poco graditi. Attraverso il vetro sbirciò l'interno e notò una strana commistione tra antico e moderno, per nulla invitante. Un tizio dietro al bancone, di sicuro il proprietario; di avventori non ve ne erano.

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