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Involuzione 5

1983, Scuola di Fanteria, Cesano di Roma, 112° Corso A.U.C. Il soggetto è stato fotografato in un raro momento di libera uscita, si noti lo sguardo sereno, il corvino ciuffo di peli che spunta dalla camicia, l'inseparabile sigaretta tenuta tra le dita con rara maestria, l'elegante orologio con quadrante nero comprato su una bancarella di un abusivo al mercato di Campo de' Fiori, e che ha smesso di funzionare tre soli giorni dopo l'acquisto. Sullo sfondo sedie e tavolini facenti parte del ricco arredamento del bar-trattoria "La Cicciona", eletto dal soggetto ritratto e da quelli a lui più vicini a loro quartier generale, area relax, e zona ristoro nei momenti esenti da impegni bellici. Ricordo bene la titolare di tale simpatico esercizio: una gentile signora che, come si può intuire dall'appellativo da lei stessa attribuitosi, era ben oltre il quintale; dal faccione pieno e sorridente, dai modi garbati, e sempre pronta a rifilare un paio di calci in culo ben assestati a qualche allievo troppo esuberante a causa delle intense libagioni e in tal modo ricondurlo nei ranghi. Non saprei dire il perché la cicciona mi avesse preso a ben volere, riservandomi sempre le focaccine migliori, cioè quelle meno ammuffite, il caffè più caldo e dolce, il gelato non ancora liquefatto, e il tutto sempre accompagnato da una parola di conforto nel tentativo di risollevare il mio animo logorato dagli innumerevoli gravami che mi ritrovavo, beninteso insieme ai miei compagni di corso, a sopportare, di là del muro di cinta, all'interno della scuola di Fanteria. Tornato l'anno successivo, ormai con i gradi da ufficiale sulle spalline, e in occasione del trofeo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, pensai bene di andare a sorseggiare una birra calda e tutta schiuma da "La Cicciona", e vi andai in borghese mescolandomi alla truppa. Come entrai e mi diressi al banco per ordinare mi fu levato un grazioso saluto: "E tu che cazzo ci fai qui? Non hai preso la stelletta sei mesi fa?". Perbacco! Tra mille e più allievi che erano passati sotto il suo naso in quel periodo lei si ricordava di me. Ma che ci faccio io alle donne?! Inutile a dirsi: baci e abbracci, anche se abbracciarla tutta non fu cosa facile. Non ricordo se la birra mi fu offerta ma è probabile che la pagai. "Da l'involuzione del singolo individuo, o come sia stato possibile che un giovane di belle speranze si sia ritrovato un giorno a scrivere romanzi e, peggio ancora, del perché glieli abbiano pubblicati".

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