Involuzione 4
Andiamo avanti con la pubblicazione delle foto e continuiamo a farci del male. Mi è stato inviato questo raro reperto fotografico dalla gentile Paola Gagliardi e provvedo immediatamente a darne ampia divulgazione. Ritrae uno strano individuo in un contesto boschivo; la datazione potrebbe risalire al '79, '80, o forse poteva correre l'anno 1981, anche se "correre" a mio avviso, non è la forma verbale più appropriata da impiegarsi poiché a quell'epoca il tempo non correva veloce come ora, ma fischiettando passeggiava sereno e senza fretta, e le uniche fonti di preoccupazione erano le interrogazioni di Latino o di Greco che, date le poche ore dedicate dal sottoscritto allo studio di tali materie, avevano quasi sempre conclusioni problematiche e in alcuni casi imbarazzanti. Ma torniamo al soggetto in questione, ritratto, come già detto, in ambiente silvano; si può notare la calzatura massiccia, il jeans slavato, l'elegante e professionale impugnatura della sigaretta, lo sbuffo di fumo che scarica verso il basso e che palesa un momento di rara concentrazione, lo sguardo misterioso, enigmatico e al tempo stesso da perfetto deficiente; interessante a tale proposito sarebbe avere il giudizio dell'amico Maurizio Roccato serio studioso di Cesare Lombroso e anche lui cavallo di razza della prestigiosa e pluripremiata scuderia di Edizioni della Goccia e sapere da lui quali considerazioni si possono trarre in merito al carattere psicologico e morale di tale esemplare; dico così, per dire, in realtà spero che si astenga dal farlo. Ma senza scomodare gli esperti in materia è facile includere il soggetto nella categoria dei "James Dean dei poveri", di cui faceva parte quella gioventù non troppo bruciata, bensì bruciacchiata, abbrustolita, in certi rari casi al flambé, scusate il francesismo! "Dal'involuzione del singolo individuo, o come sia stato possibile che un giovane di belle speranze si sia ritrovato un giorno a scrivere romanzi e, peggio ancora, del perché glieli abbiano pubblicati".