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Ognuno ha la corrispondenza che si merita 4.

12 Novembre 2018, Lucius scrive:


Caro Marcus,

allegoti (nota il -ti paraclitico, catalettico, scazonte. Vedi "Dizionario dello Stolto" di cui sono modestamente l'autore) che cosa? Non mi ricordo, ah già, sì: una traccia simildemenziale da cui trarre non tanto un assoluto bestseller, roba da far incenerire, non solo Ken Follett, ma anche Don Brown, DeLillo, per tacere della tamarra Tamaro e Pierino Alvaro. Non tantum, sed etiam, per la fama imperitura che ne deriverebbe e di cui so bene che, non tibi, non mihi, ce ne fregherebbe più di tanto, ma per i diritti (talleri, rupie, fiorini e ducatoni) che ce ne potrebbero derivare (nota l'elegante condizionale, ciò che le stolte grammatiche ginnasiali definiscono come periodo ipotetico di terzo tipo, ovvero dell'impossibilità).

Allegoti inoltre foto di copertina e frontespizio del libro su Leone del nostro amatissimo Piero Chiara, non tanto inedito, perchè edito lo fu, (Sperling & Kupfer spa, Milano 1985) ma più sconosciuto del mazzappone, furtivo mustelide notturno del Klondike, che forse sopravvive ancora in qualche anfratto, mentre temo che questa prima edizione sperlinghiana sia rimasta senza eredi, né citazioni su bibliografie e regesti specializzati in Chiara-manzie. Dimmi se riconosci la firma di Chiara. Un amico di Malavasi, perito del Tribunale di Milano per gli autografi d'autore, non si è pronunciato. Ma dubito che su Chiara ne sappia più di te.

Auguri per la prossima conferenza a Freguglia, dove sono certo che farai un figurone, malgrado la presenza di altri relatori, forse più conosciuti, ma di sicuro meno brillanti di te. Lucius spd


Allegati:

PDF scalettone prossimo romanzo di Lucius (non riportato per motivi di spazio).

Foto probabile firma Piero Chiara.


14 Novembre2018, Marcus scrive:

Caro Lucius, è sempre un piacere leggerti. Partiamo con ordine e in scala di difficoltà, che è sempre una bella cosa. La firma di Pierino Chiara. Potrebbe essere la sua come di chiunque altro, anche se io propendo per la prima ipotesi, fatta in occasione della sagra del bollito misto di Candia Lomellina, splendida località lombarda ma molto vicina a noi del Casalese, e firma apposta in concomitanza di abbondanti libagioni; si nota la mano tremolante, il tratto annebbiato, e la digestione che in quel momento doveva essere difficile; ma la firma è sua, senza dubbio! O forse no, chi lo sa?! Evento a Freguglia, leggasi Terruggia, dove in quel tardo pomeriggio, ci tengo a farti sapere, sarò unico relatore. Cinque pomeriggi, cinque autori diversi, questa volta l'organizzazione non ha badato a spese. Farò un figurone!, dici tu e sono d'accordo: un figurone e una figura di merda garantita. Passiamo ora alla parte più impegnativa: la scaletta. L'unica cosa di cui sono certo di aver capito è che non ho capito un cazzo. Chi è il protagonista del romanzo? L'anello, il bosone, il cane che spisciazza sulle margheritine, tuo fratello Tino, la biondina coscialunga? Chi è costui? E anche a individuare un protagonista con tutto lo stuolo di personaggi che gli gravitano intorno, che cosa fa codesto disgraziato? Aspetta che gli cada in testa un asteroide, porta a pisciare il cane, quello di prima già citato, diventa testimone di Geova? C'è una morale? Se c'è potrebbe essere: "Attenti al bosone!, ma ancor più attenti al busone! Suggerirei di partire con qualcosa di più semplice, un raccontino di tre paginette ad argomento bucolico, ad esempio "Guida alla manutenzione del ferro da stiro" che vede come protagonista una massaia in conflitto perenne con il calcare; durante i concitati eventi di tale manutenzione la massaia si scotta un braccio con il ferro incandescente, momenti drammatici, alta tensione! Giunge sulla scena il marito della signora, ha un'uscita impropria, la moglie s'incazza, gli scaglia contro il ferro da stiro centrandolo in piena fronte. L'uomo muore. Sipario. Applausi. Fammi sapere.


17 Novembre 2018, Lucius Scrive:


Caro Marco, ho letto con grande spasso la tua replica, come al solito, caustica e pertinente. Condivido tutto. Irma, che sulle ricerche internettiane vale più di un bracchetto da tartufi, è riuscita a scovare una pagina tutta dedicata agli "aperitivi letterari" di Freguglia (rectius Terruggia, con due R e due G, se no si sconfina in Calabria). Siamo, credo, sul sito istituzionale del Comune di Terruggia, che promuove questa serie di lodevoli incontri (lodevoli perché penso che venga offerto un buon bicchiere di Barbera, o meglio di Barolo chinato , dato che siamo all'aperitivo, magari accompagnato da sapide bruschette cosparse di bagnetto, non prima di averle strofinate delicatamente con l'aglio di Varengo. Leggo, non senza trepidazione, questo brano introduttivo, una sorta di presentazione programmatica degli Aperitivi terruggesi, che cito fedelmente:

"Perché “Cultura” non è solo esibire nomi di autori che abitano molto lontano oppure grandi del passato, è anche saper riconoscere e apprezzare del presente le capacità e il talento della “nostra gente”, di chi è nato e vive insieme a noi nella “nostra terra” e arricchisce piccoli ma importanti momenti della nostra vita portandoci, in questo caso attraverso la stesura di un libro, sentimenti ed emozioni, divertimento e ironia, idee, studi, ricerche, approfondimenti, umorismo, riflessioni.

Questi incontri letterari sono stati organizzati con la collaborazione della Casa Editrice di Casale Monferrato Edizioni Della Goccia."

Mi piace l'elogio delle virtù della "nostra gente" rispetto ad altri autori "che abitano molto lontano" (per es. a Pizzighettone) e che proprio per questo sanno evocare sentimenti, emozioni, etc, e via elencando, compreso umorismo (qui l'accenno al nostro Marcus Nolde è trasparente). Mi spiace solo, che manchi dall'elenco un fugace accenno alla mascalcia, che, sia pure in calo, ha contribuito fino a ieri al progresso delle plaghe monferrine. Non credo che questa introduzione sia stata scritta dall'Editore della Goccia. Il suo stile è più concreto, mi ricorda il Fogazzaro, più che il Corazzini. Forse va attribuito al Sindaco. Se così fosse, i suoi concittadini lo perdoneranno, perché lo stimano come amministratore. Leggo che la serie si è inaugurata, venerdì 16 novembre con il piatto forte di Massimo Brusasco de Il "Piccolo di Alessandria", che non conosco. (leggo invece ogni tanto il Piccolo di Trieste. Sono una famiglia di "Piccoli"? Ne esistono altri?) Fino ad arrivare alla splendida Laura Laber "Io the Beautiful" Libro d'esordio si dice. Ma Laura , sempre modesta, non accenna alla sua brillante carriera come indossatrice di Armani. Poi si arriva al "Lombroso", pregevole saggio del mio amico Roccato. Forza Maurizio! sono certo che ti farai onore. Mi desta qualche perplessità la data: 7 novembre, posta dopo il venerdì 30 novembre di Laura Laber. Si voleva forse scrivere 37 novembre? Poco probabile, Il calendario gregoriano ha qualche incongruenza, ma questa sarebbe esagerata. Più facile congetturare 7 dicembre, anche se secondo le indicazioni del Lackman, in filologia bisogna diffidare di ogni lectio facilior. Ma poi, veniamo al dunque, arriverà il 14 dicembre. Sarai solo, sarai ultimo. Ergo trionferai. Lo dicessi io, non conterebbe un ciufolo, ma me l'ha assicurato Matteo. Lui non è un devoto di Osiride, come me. Appartiene a un'altra setta, più recente: praticano un culto bizzarro, fanno strane cabale, ma , sotto sotto, io credo che abbiano una certa invidia verso i nostri dei, più antichi e venerati, non vorrai mica mettere col nostro Horus o il sublime Amon. Matteo lavora per l'Agenzia delle Entrate: per vivere fa l'esattore, ma la sua vera passione, come pure la tua, è scrivere libri. Quando gli ho detto che sarai l'ultimo autore dei venerdì di Terruggia, m ha risposto: Vedrai che Marco vincerà di sicuro. L'ho appena scritto sul mio ultimo libro di fantascienza . Si intitola "Beato te". E che sarà mai, Matteo, manco avessi scritto un vangelo. Beh, nel mio piccolo, mi ha risposto, senti un po' come inizio: Beati i poveri di spirito. (cominciamo bene: lode degli stupidi) Beati gli afflitti perché saranno consolati (sai che bella consolazione, se ho mal di denti) Beati i miti perché erediteranno la terra (dai Matteo, vallo a raccontare al tuo omonimo della Lega) Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio (Chi? quelli delle varie ONLUS? Guarda che l'altro Matteo li sbatterebbe tutti in galera) Beati gli ultimi perché saranno i primi ( guarda, Matteo, questo non me la sento di dirlo a Marco, che poi porta sfiga).

Comunque, auguri Marco: Potremmo arrivare anche Irma ed io a fare numero e magari perché non dirlo a Tony e Uli, saremmo già in quattro)

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