Paralipomeni due
Paralipomeni due considerazioni inutili, pressoché dannose
Lucio Frigio e Marcus Nolde
Incontri con personaggi straordinari, forse mediocri.
Cerrina Monferrato, mese di Marzo, anno del Signore 2017 ˗ Da Cerrina? ˗ Dove? ˗ Dal cuore del Mons Ferratus, naturalmente. ˗ Nella plaga dove fioriscono i limoni? ˗ No, i cerri... accontentiamoci!
Nell'istoria che andremo a narrare... si parlerà di te, affabile lettore, graziosa lettrice, si parlerà di te e di altri ancora, con parsimonia e sorvegliata prudenza, acciocché non si rechi molestia, in queste feriae augustane, alla quiete dei luoghi. Si parlerà d'incontri, di occasioni cercate, ma anche fortuite, come sempre accade nei nostri pellegrinaggi di viventi, soggetti al caso e all'entropia dei luoghi. O vero tu sei dei raminghi, che il male del mondo estenua e recano il loro soffrire con sé, come un talismano... talis manus, talis filius? Respondre, s'il vous plait, cher Eusebius... Ma tu solingo augellin, venuto a sera / Del viver che daranno a te le stelle... si chiede il nostro Giacomino, certo del tuo destino non ti dorrai... Sei sicuro, Giacomino? che farai? ti dorrai? non ti dorrai? Al momento non si sa. Come, non meno irrisolta della tesi del continuum, giace l'altra sua inascoltata domanda: Che fai tu luna in ciel? Che fai tu graziosa luna? Saranno ben affari suoi di cosa farà la graziosa Luna, rispondeva dagli ultimi banchi lo studente canaglia e irrispettoso delle liriche del sommo cantore di Recanati. Sono questi gli eterni interrogativi che dilaniano, o almeno dovrebbero, le nostre coscienze. Che poi... Scienza, Coscienza etc. pare che vogliano la "i" dopo la "c", mi sembra di ricordare; ma perché mai la vogliono? in base a quale antico privilegio la pretendono? Un po' come la vexata quaestio del de aqua et terra. Dante, l'Alighieri, l'acqua se la poteva bere senza la CQ e noi invece no; perché?, mondo schifo! Forse che l'aqua sia velenosa senza la CQ? Cose da pazzi! da menti rincitrullite da spot pubblicitari... capisco un poco di CaCO3, come nell'Idrolitina, Idriz, Frizzina, Cristallina, etc., del cavalier Gazzoni o di altri di cui al momento non mi sovviene il nome... ma di più non tollero, non siamo bestie da portare all'ammasso... e non finisce mica qui: Kaesar si deve pronunciare Cesar, perbacco! Che storie del Kaiser sono queste? È lo KZAR di tutte le Russie, quel cattivone di Ivan il Terribile, se poi si fosse arrabbiato, cosa mai sarebbe successo? Non oso pensarlo e, a dirla tutta, manco m'interessa più di tanto. Dissi loro: ˗ No. Oppure: ˗ E un bel vaffanculo, no? Ma non mi dire che uno disse: "dissi loro"... come minimo il colto e l'inclito pubblico farebbe partire una pernacchia, prrr!... e il Villaggio?, all'anagrafe Paolo, che faceva spanciare le platee col suo: "Venghi, venghi, ragioniere... dichi pure...". E perché, se Dante, nel Purg, IV, v.115, fa parlare Manfredi, e scrive: "Vadi a mia bella figlia, genitrice de l'onor di Cicilia e d'Aragona, e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice...", nessuno ride e il prof. non lo segna con un terribile tratto di matita blu? E anche quell'altra storia che ti raccontavano già alle medie, secondo cui non si sa bene in base a quale editto, spero-promitto-iuro vogliono "sempre" l'infinito futuro. Chi è che l'ha stabilito? Siamo proprio sicuri che fossero proprio quei tre prepotenti a volerlo? Non sarà una banale questione di rima iuro-futuro? Che poi nessun studentello delle medie, ciò è risaputo, abbia mai la questione presa sul serio, anzi ci si dilettava nel farvi una fideistica variante, atta a verificare se il tuo compagno di banco fosse poco sveglio, oppure se le compagne di classe fossero tutte delle ochette implumi, tranne quella biondina in penultima fila che, a occhio, la sapeva lunga... molto lunga...
Spero, promitto, e iuro, d'averlo sempre duro.
Scritto di getto, dopo un abbondante pranzo a base di stinco al forno con contorno di lenticchie al curry; le bottiglie non si sono contate... siate benevoli con gli autori!