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Babele N. 12 - estratto - pag. 41


[...] "E se avessi ragione e fossero davvero animati da cattive intenzioni? Avrebbero tutto il tempo di scendere e bloccarmi prima che tocchi la maniglia, uno di loro potrebbe estrarre una rivoltella e appoggiarmela sulla fronte; sentirei il freddo del metallo sulla pelle, il clic del grilletto, forse lo sparo, e poi più nulla".

Sebbene l'iniziativa equivalesse a ridurre la distanza tra lui e la minaccia, s'incamminò verso la propria autovettura, pronto a balzarvi dentro, in caso di pericolo, e darsi alla fuga. Nel caso in cui la situazione si fosse messa al peggio, sarebbe entrato in auto dal lato del passeggero, si sarebbe chiuso dentro con la sicura e, scavalcando il freno a mano, avrebbe raggiunto la postazione di guida; l'auto era già in moto, avrebbe dovuto solo inserire la marcia e si sarebbe allontanato a gran velocità.

La massa di lamiera scura era lenta, pressoché ferma, vicinissima. Si ricordò, all'improvviso, che sotto il sedile del passeggero giaceva inutilizzato da tempi immemorabili il bloccasterzo, una solida barra di ferro lunga un'ottantina di centimetri, un utile arnese dalle eccellenti proprietà contundenti, quanto mai provvidenziale in quella circostanza!

Afferrò la maniglia dello sportello posteriore...

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